È diverso tempo che faccio girare monete quadre come forma d’arte.
Erano nate dal concetto di decontestualizzarne la forma, nello stesso periodo in cui realizzavo ruote di bicicletta quadre e quadri che perdendo la forma, non erano più quadri… Terminato il periodo dello “sformato d’arte” ho continuato a realizzarle per la valenza estetica e simbolica che si ritrova in esse, del resto i soldi sono i mattoni che costituiscono la nostra società e lo sono da secoli!… ognuno con i soldi ha un rapporto differente: chi li accumula e chi li sperpera, chi li guadagna con fatica e chi non fatica a spenderli… qualunque sia il rapporto, tutti, comunque, lo abbiamo. Le monete, che dei soldi sono la parte meno cospicua, ce le ritroviamo in tasca, in macchina, su tavoli e se sono per terra ci chiniamo a raccoglierle, non sono mai incustodite, hanno sempre un “proprietario”, ci appartengono come è anche vero il contrario…
Sulle monete finiscono personaggi ed imprese che in qualche modo hanno segnato la storia, ogni paese ha le proprie storie da imprimere nel ricordo collettivo, storie che caratterizzano la società in cui l’individuo si riconosce, per il semplice fatto di viverla. La scelta, quindi, di lavorare su un tema così popolare è dettata oltre che dalla componente pop, anche e soprattutto dal fascino e potere che i soldi esercitano: nati anche con lo scopo di assoldare soldati per formare eserciti e combattere guerre, conquistare territori ed assoggettare popoli. I tempi moderni sono segnati da nuove guerre commerciali con medesimi obiettivi… la nascita di una moneta comune in Europa sancisce una tregua ed intensifica un unione. Questa non vuole essere una disquisizione filosofica, ma solo una riflessione tra quadri e soldi, tra arte e potere.
Le opere sono realizzate con colle e smalti su svariati supporti: classici come tela e mdf, insoliti come scansie di metallo, distorti come gusci vuoti di noci, inconsueti, assurdi e forse mai visti come la morbida gommapiuma da cui nascono monete ripiegabili, che potrebbero ricordare orologi daliniani.
Un discorso a parte merita la serie sulla rivisitazione del mitico “50 Lire cordino”, composto da 36 pezzi,
dalla nascita nel 1954 alla “morte” nel 1989, anno in cui si è smesso di coniarlo. Rappresenta, come da originale, il dio Vulcano nudo e voltato di spalle nell’atto di battere il martello sull’incudine, non aggiungerei altro… ma il cordino rosso simboleggia bene la conseguenza di questa scena oserei dire raccapricciante: un uomo nudo intento a modellarsi, con fendenti martellate, il suo corale cordino rosso… una scena simpatica dell’ urlo di Munch… e, se l’arte e gli artisti sono follia, ditemi voi quale valore recano impresso i soldi e se valgono gli sforzi per ottenerli… Senza esagerare direi di si!…
A tal proposito tutto ha un prezzo e tutte le opere esposte sono in vendita. Richiedete pure il listino prezzi, e Vi accorgerete che il cambio lira – euro non è mai stato così favorevole!
Fare soldi con arte è un’operazione provocante, interpretata a proprie spese per rendere omaggio all’Italia, nei tempi della lira, con l’obiettivo di “guadagnare” emozioni che spero condividiate.